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PUELLAE di Cristina Gardumi @ 79rosso Firenze | Personale prorogata al 20 Giugno!

PUELLAE

ovvero educazione al nascondimento
della fanciulla contemporanea

Cristina Gardumi

mostra personale e performance
20 – 21.05.2017

a cura di Alessandra Ioalè

 

INAUGURAZIONE
mostra e performance
sabato 20 maggio ore 17.00 – 21.00

APERTURA
domenica 21 maggio ore 16.00 – 20.00
79rosso
via dei Serragli 79r, Firenze
ingresso libero

Sabato 20 maggio alle 17.00 inaugura presso 79rosso la personale di Cristina GardumiPUELLAE ovvero Educazione al nascondimento della fanciulla contemporanea” a cura di Alessandra Ioalè. Una narrazione che diventa mostra-evento-performance della durata di due giorni nella quale l’artista si confronta con il tema dell’identità femminile e della comunicazione tra le persone.

«Il mondo di oggi ci vuole forti, invincibili, performanti nel senso più capitalistico del termine. Ma cosa significa davvero essere forti? Oppure confondiamo l’essere forti con l’essere coraggiosi? Se prima era chiesto solo agli uomini di non piangere in pubblico, oggi è richiesto anche alle donne di andare a nascondersi per non farsi vedere piangere. Cosa significa quindi “essere forti” per la fanciulla contemporanea? Significa forse portare i pantaloni anche quando va a lavoro in tailleur?»

Cristina Gardumi risponde con il suo “Manuale pratico di nascondimento per la fanciulla contemporanea”, una serie di tessuti su cui l’artista inscena situazioni disegnate in cui personaggi femminili dalla testa animale sono le protagoniste. Il tessuto, nella sua funzione primaria e nel suo movimento voluttuoso di parti in ombra e parti in luce, è metafora perfetta di quel dovere a coprire e nascondere ciò che deve stare nascosto mostrando solo ciò che deve essere mostrato. Gardumi dà alla metafora una declinazione diversa. Sui tessuti non illustra soltanto il concetto di nascondimento ma anche quello di rivelazione. Le sue fanciulle adesso, nel mostrare il loro dovere a nascondere le proprie paure o vergogne, esprimono finalmente la volontà di essere scoperte dall’altrui. Da questa prima serie di opere passiamo alla seconda, che si ricollega alla prima per il richiamo alla dimensione domestica della donna. Se gli strofinacci servono al nascondimento, presupponendo allo stesso tempo la scoperta, le “Puellae” di Cristina Gardumi sono l’inno al piacere intimo e alla sua manifestazione. Sette “angeli del focolare” che, procurandosi piacere con i loro oggetti domestici, raccontano una verità assoluta, l’autoerotismo è conoscenza e affermazione del proprio sé, slegato dal dovere e dalle convenzioni sociali. Rimanendo in tema di oggetti propri della sfera casalinga femminile, incontriamo il grembiule, protagonista invece della performance che va a chiudere concettualmente tutta la mostra. Cristina Gardumi indosserà un grembiule a più veli che sfoglierà e mostrerà al pubblico come si fa con un libro raccontandone/impersonandone la storia racchiusa al suo interno.

Per Cristina Gardumi, Puellae Ovvero Educazione al nascondimento della fanciulla contemporanea è una dichiarazione di emancipazione da ciò che è realmente pauroso ovvero il nascondimento delle proprie fragilità e limiti. Introduce a un nuovo modo di scoprire e parlare delle nostre fragilità, attraverso il disegno e l’illustrazione, informati da una certa vena di teatralità; attraverso la performance e la modalità di fruizione che presuppone la condizione di creare una relazione con l’altro. Un altro tema importante, che sottende alla riflessione di Cristina Gardumi e a tutta la mostra, è quello della comunicazione fra individui. Se in teatro, i tempi dell’ascolto e dell’azione sono dettati da una sceneggiatura precedentemente scritta, nella vita quotidiana questi tempi sono dettati dagli individui stessi, dalla loro capacità di ascoltare, della loro difficoltà a comunicare e dalla loro capacità a reagire. In questa prospettiva, l’artista concepisce le opere, la loro collocazione nello spazio e la performance al fine di stimolare le relazioni ed insinuare l’importanza dell’ascolto, propedeutico alla comprensione; l’artista introduce al valore di complicità nella relazione, indispensabile per capire l’altro, i tempi di ascolto dell’altro; dimostra quanto ridicola e di scarso valore sia la famosa frase “il tempo è denaro”, perché ognuno di noi deve concedere tempo a sé stesso e agli altri per non interrompere il moto armonico della comunicazione che sottende alla costruzione stabile di qualsiasi cosa.

Il percorso espositivo induce a un incedere calmo, riflessivo, accorto, che stimoli la scoperta dell’altro/a, del “cosa vi sta dietro”; insegna al pubblico ad assumere un andamento diverso da quello prestabilito dalla società di oggi che vuole tutti al passo coi tempi che corrono, che ci vuole attori in un tempo preconfezionato.

Bio

Cristina Gardumi è artista visiva e performer, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico a Roma.  Nata nel Bresciano vive e lavora tra Pisa, Roma e Milano. La sua poetica spazia dal disegno alla video art, fino alla performance e al teatro, in cui si cimenta come attrice, aiuto regista e scenografa al seguito del regista Massimo Di Michele e della compagnie PesoPiuma che ha fondato con il compagno attore Paolo Cioni. Collabora con vari autori e registi illustrando le loro opere in scena (attraverso proiezioni come in “La Prossima Stagione” di Michele Santeramo nominato tra i dieci migliori spettacoli del 2016 a Sao Paulo in Brasile) e sulla carta (come per il nuovo romanzo di Andrea Porcheddu “Infedele alla linea” con prefazione di Ascanio Celestini). Al suo lavoro sono state dedicate numerose personali tra cui nel 2012 Girlbook_Boybook, a cura di Chiara Pirozzi, Dino Morra      Contemporary Art, e nel 2015 Mädchen/wrinkle vacuum elastomer/dry preservation of fairy damsels met in forest wide, a cura di Alessandra Timossi e Maurizio Vallebona, Aboutness Contemporary Art, Genova. Adults don’t exist/Gli adulti non esistono, a cura di Beatrice Giovannoni, Sala Dogana, Genova. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Vincitrice del Premio Celeste Pittura 2011, del Premio Arte Laguna Pittura 2012 e il Celeste Prize visitors’ choice 2013.

sito personale : http://www.cristinagardumi.com

account vimeo: https://vimeo.com/user12414567

account Facebook: Cristina Gardumi

79rosso

Mostre, residenze ed eventi nel cuore dell’Oltrano a Firenze

via dei Serragli 79r, Firenze
sito web: http://www.79rosso.it
mail: hello@79rosso.it
instagram e FB: 79rosso

La lotta contro la censura in bilico tra tradizione e modernità | AI WEIWEI a Palazzo Strozzi

La sua arte incarna l’ideale di chi è contro la censura, di qualsiasi tipo, ed è a favore della libertà di espressione. Una delle personalità artistiche fondamentali del panorama contemporaneo. La ricerca dell’artista cinese Ai Weiwei si risolve in un dialogo costante tra elementi propri della tradizione cinese e elementi appartenenti alla modernità globale, che si tinge di forte impegno politico e di denuncia sociale da quasi venti anni, e che Palazzo Strozzi celebra con la grande personale “Ai WeiWei Libero”, visibile fino a domani 22 gennaio. Un linguaggio carico di simboli coinvolti nel gioco di incastri, sovrapposizioni, ripetizioni e, perché no, emulazioni alla pari, in cui si esaltano le reciproche caratteristiche estetiche e tecniche dei materiali, quando preziosi e quando poveri e semplici, che l’artista di volta in volta usa. 

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Ciò che per me è importante mettere in evidenza sono la conoscenza approfondita della propria cultura messa in relazione a quella contemporanea, propria dei nativi digitali; la padronanza con cui, di entrambe, rimaneggia simboli, temi, tecniche e materiali e l’attenzione per un’accurata esecuzione, rivelando ai nostri occhi quando il sorprendente paradosso e quando il terrificante parallelismo concettuale, messo in atto dall’artista sempre in relazione con l’elemento materico fondamentale per l’intera lettura dell’opera.

 

"The Animal That Looks like a Llama but is Actually an Alpaca"

“The Animal That Looks like a Llama but is Actually an Alpaca” 2015

Grapes

“Grapes” 2013

Grapes

“Grapes” 2013

Vediamo per esempio “The Animal That Looks like a Llama but is Actually an Alpaca” e “Grapes“. La prima è una complicata carta da parati, dalla lettura stratificata, dove si rintraccia il logo di Twitter e la figura dell’alpaca, coinvolti in composizioni caleidoscopiche insieme ad immagini di videocamere di sorveglianza, manette e catene. Il tutto a ricordare il periodo di detenzione di Ai WeiWei connesso proprio al fatto di essere un artista “scomodo” e più volte censurato dal Governo cinese per i suoi atti di denuncia quali sono ogni volta le sue opere. Non a caso il titolo dell’opera si riferisce a un modo di dire usato in Cina per evitare di essere censurati su Internet. La seconda invece riflette il carattere conservatore e ammiratore dell’artista verso la tecnica e l’armonia di tradizione cinese reinterpretata in un’opera di 34 sgabelli incastrati fra loro che diviene metafora della megalopoli contemporanea nella sua ripetizione del modulo iniziale in una struttura che sfida la gravità.

"Free Spreech Puzzle"

“Free Spreech Puzzle”

“Ruyi”

Proseguo col mettere in relazione due tipologie diverse di serie. Quella dei ritratti in LEGO, con cui l’artista opera una rilettura del Rinascimento italiano e di quelli che sono stati i volti dei dissidenti politici in tale epoca, un chiaro parallelismo a sé stesso e alla sua figura di artista impegnato e osteggiato; e la serie di oggetti in porcellana realizzati da artigiani di Jingdezhen (capitale di questo genere di artigianato), con cui l’artista unisce riferimenti di storia cinese passata e attuale a una tecnica antica e autoctona. Ne fuoriescono parallelismi e paradossi concettuali stupefacenti e taglienti. Free speech Puzzle è un’opera costituita da 32 tasselli relativi alle 32 province in cui è suddivisa la Cina, su cui è riportato dipinto a mano il motto “free speech”. Imitando la tradizione di scrivere sui pendenti il nome della famiglia in segno di buon auspicio, così qui la ripetizione del motto sia di buon auspicio per la Cina intera e i suoi abitanti. Ruyi, è un’altra opera realizzata con materiale e tecnica preziosi ma ciò che custodisce in sé è qualcosa di agghiacciante. Infatti l’artista reinterpreta, usando la porcellana, la forma del “ruyi”, un’antico scettro-talismano cinese, le cui parti non sono altro che interiora di pollo per riflettere sulla piaga del mercato degli organi umani di cui la Cina ha il primato.

"Selfie"

“Selfie”

"Selfie"

“Selfie”

Infine scendo negli spazi della Strozzina e ciò che mi colpisce molto è il progetto che dal 2009 l’artista cinese ha portato avanti, ovvero da quando il governo cinese ha oscurato il suo blog per aver pubblicato i nomi dei bambini morti nel terremoto del 2008. Passa così ai social media come Twitter e Instagram e i suoi post e foto diventano veri e propri interventi artistici, come la serie fotografica “Selfie“, che raggiungono migliaia di follower.

Come veri e propri lupi travestiti da agnelli, le opere di Ai Weiwei sembrano innocue a una prima lettura e visione, ma nascondono a pelo d’acqua “creature” sconvolgenti.

Panico Totale arriva a La Polveriera di Firenze! | Presentazione del libro

Presentazione del libro
“PANICO TOTALE Pisa Convention 1996 – 2000”
di Alessandra Ioalé
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Venerdì 20 Gennaio 2017 ore 19:00
LaPolveriera SpazioComune
Via Santa Reparata 12, Firenze
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La locandina ufficiale della presentazione realizzata da Andrea "Cela" Celandroni

La locandina ufficiale della presentazione realizzata da Andrea “Cela” Celandroni

18:00 – Warm-up dj set con MACHINE FUNK (VSUM, M.me Ponto, Dj Squirrel & friends) all vinyl + Aperitivo
19:30 – Incontro con l’autrice Alessandra Ioalè moderato da Dj Drago e proiezione di filmati originali
– A seguire dj set con Dj Herrera & Dj Drago
– Durante tutta la serata intervento murale di Duke1
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Con la partecipazione di 400 Drops
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Informazioni & link
Autrice – https://rdv-alessandraioale.com/
Il libro – Panico Totale
Shop – http://panicototale.bigcartel.com/
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Panico Totale, la manifestazione che dal 1996 al 2000 ha raccolto tutta la cultura di strada italiana a Pisa, raccontata a vent’anni dalla prima edizione attraverso le parole e i ricordi di chi fu parte di quella rivoluzione. Più di 20 interviste, 50 artisti coinvolti e una inestimabile galleria di fotografie inedite dei pezzi, flyer e altre curiosità. Tre anni di lavoro e ricerche per archiviare, rivivere e raccontare cinque edizioni di una convention che ha lasciato un segno indelebile nel carattere della città, influenzandone i tratti urbani e affidandole una inestimabile eredità artistica. Un documento storico per immagini scattate da chi c’era per documentare stile e attitude di una cultura. Un libro che documenta gli esordi nel Writing di alcune personalità oggi diventate protagoniste della scena artistica urbana italiana e straniera. Uno degli eventi che promosse la cultura Hip Hop e il Graffiti Writing in Italia attraverso la visione di un gruppo di persone che ha fatto di una città minore, senza orizzonti contemporanei, un centro di propulsione e un punto di riferimento sulla mappa del Writing, nazionale e non solo.
Questa prima edizione, a cura del collettivo Spectre, è limitata in 500 esemplari, numerati e firmati, con la riproduzione dell’illustrazione originale che Etnik, uno dei protagonisti di Panico Totale, realizzò per l’edizione del 1998.
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Alessandra Ioalé – Storica dell’arte. Nata a Pisa, classe 1982. Dopo il periodo di studi in Storia dell’Arte Contemporanea, entra in contatto con i primi esempi di muralismo urbano e trova presto imprescindibile lo studio del Writing, su cui scrive saggi e articoli. Negli ultimi cinque anni collabora con artisti italiani e altri protagonisti culturali dell’arte urbana, curando personali e testi critici per alcune delle personalità oggi più attive e rappresentative del post-graffitismo e del muralismo urbano internazionale, e costruendo con loro il proprio percorso di curatrice indipendente e studiosa di tale disciplina.

HUMAN | Le sculture di Antony Gormley al Forte Belvedere di Firenze | Video e foto

Fino al 27 Settembre 2015 sarà possibile visitare “Human”, la personale di Antony Gormley al Forte Belvedere di Firenze,  in mostra da questa primavera. Se lo scorso anno protagoniste furono le opere di Giuseppe Penone con “Prospettiva vegetale”, quest’anno sono i due adattamenti dell’opera scultorea Cristal mass II (1995) e il gruppo scultoreo Blockwork a innestare  un nuovo dialogo nei luoghi verdi e negli spazi del Forte. Per lo scultore inglese questo caratteristico sito fiorentino è il secondo protagonista della sua bellissima storia/mostra. Stavolta infatti lo spazio dell’arte si identifica con questa straordinaria architettura, la cui configurazione e ciò che rappresenta “invita a riflettere su come l’architettura possa essere rifugio, possa proteggere e dominare sia la gente che lo spazio” che sovrasta, quello appunto della città di Firenze, “archetipo di un ideale urbano”. Il pensiero e tutto il lavoro di ricerca di Gormley è volto verso il tentativo di creare un rapporto tra lo spazio e le opere che in esso pone, atto a stimolare nuovi comportamenti, pensieri e sentimenti nel pubblico. Ed è per ciò che l’artista ha scelto queste due serie scultoree. Il loro essere a misura d’uomo consente “alla massa e alla forma” di questa fortezza e allo stesso tempo opera d’arte architettonica di aprirsi a loro ed “esprimersi”, soddisfacendo così quell’indagine sul rapporto tra il corpo umano e lo spazio che l’artista porta avanti da tempo.

La prima serie si compone di dodici figure antropomorfe, ognuna delle quali è stata riprodotta in cinque copie, per un totale di sessanta sculture che possono essere orientate in modo diverso. In questo gruppo scultoreo si riproduce una gamma di pose base del corpo umano, dalla contemplativa a quella di supplica, da quella del cordoglio a quella dell’ossequio; c’è chi è sull’attenti proto a ricevere un ordine e chi invece è perso nei suoi sogni.

Nella zona est della terrazza inferiore queste dodici pose sono disposte in progressione lineare, dalla posa fetale a quella contemplativa, come a rappresentare una “evoluzione dell’uomo”. Sul lato opposto, le stesse pose sono collocate una sopra all’altra in un ammasso confuso, come oggetti in ferro abbandonati a rappresentare il lato oscuro che si nasconde dietro a ogni idea di progresso umano.  Una dialettica tra aspirazione e abiezione che crea una tensione in tutta la mostra.

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Le opere spuntano in ogni angolo e sono collocate a ricoprire tutte le superfici del Forte, creando un dialogo tra anatomia e architettura forte e continuo, crescente e spiazzante. Dalla simmetria di Cristal Mass si passa alle forme maggiormente cubiche e caotiche dei Blockwork.

“Una singola opera, posta contro la parete d’entrata di una galleria a est, dà vita a un collegamento tra edificio e corpo umano, oltre a sottolineare il contrasto tra idealismo della città rinascimentale e la figura del senzatetto che si ripara in un portone.”

Figura del senzatetto

Figura del senzatetto

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Nella terrazza superiore, fuori dalla loggia, una figura del gruppo scultoreo Cristal Mass in posa di cordoglio è idealmente collegata nella sua osservazione della linea d’orizzonte, ad un altro elemento dei Blockwork che contempla la campagna.

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“Nel cuore della mostra, posta nell’antico deposito della polvere da sparo, vi è una singola scultura composta da cubi: l’idealizzazione della statua collocata sul proprio piedistallo viene così sostituita dal phatos di un prigioniero, messo in mostra sopra una statua.”

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La volontà dell’artista è quella di “aprire il Forte a sollecitazioni scultoree” ricercando i luoghi migliori dove poter attuare confronti e allusioni con lo scopo di far riflettere il visitatore “sul modo in cui si pone nei confronti degli spazi che lo circondano”.

E’ emozionante il contrasto che si sprigiona davanti i miei occhi di spettatrice, tra il pubblico variegato curioso, intento a fotografare e disquisire sulle pose e le forme cubiche degli elementi, a “giocare” con esse. Un contrasto che esalta e distingue l’immobilità di queste sculture nello spazio vivo e vissuto da persone che non riescono a stare ferme ma che in qualche modo sono sollecitate a interagire con esse.

Non fatevi sfuggire quindi questa stimolante occasione, irripetibile sia per grandezza che per bellezza, ed esperire al meglio le opere di Antony Gormley, grande artista al quale si deve dare atto del fatto che ha fortemente voluto che l’entrata fosse gratuita dando la possibilità a tutti di poter godere di questo spettacolo.

http://museicivicifiorentini.comune.fi.it/fortebelvedere/

Biografia

Antony Gormley è ampiamente acclamato per le sue sculture, installazioni e opere d’arte pubblica con cui ha sviluppato il potenziale aperto dalla scultura a partire dagli anni sessanta del secolo scorso attraverso un impegno critico sia con il proprio corpo che con quello degli altri affrontando questioni fondamentali relative alla posizione degli esseri umani in rapporto con la natura e il cosmo. I lavori di Gormley sono stati ampiamente esposti in tutto il Regno Unito e a livello internazionale con mostre: Zentrum Paul Klee, Berna (2014); Centro Cultural Banco do Brasil, São Paulo, Rio de Janeiro e Brasilia (2012);  Deichtorhallen, Hamburg (2012); museo dell’eremo, St Petersburg (2011);  Kunsthaus Bregenz, Austria (2010); Hayward Gallery, Londra (2007); Malmö Konsthall, Svezia (1993) e Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, Danimarca (1989). Ha inoltre partecipato a importanti mostre collettive come la Biennale di Venezia (1982 e 1986) e Documenta 8, Kassel, Germania (1987). Opere pubbliche permanenti includono l’Angel of the North (Gateshead, Inghilterra), Another Place (Crosby Beach, Inghilterra), Dentro Australia (Lake Ballard, Western Australia) e Exposure (Lelystad, Olanda). Gormley è stato insignito del Turner Prize nel 1994, il South Bank Prize for Visual Art nel 1999, la Bernhard Heiliger Premio per la Scultura nel 2007, il Premio Obayashi nel 2012 e il Praemium Imperiale nel 2013. Nel 1997 è stato nominato Ufficiale dell’Iimpero Britannico (OBE) e Cavaliere [Sir] dalla Regina Elisabetta II nel 2014 nella tradizionale carrellata di nuovi titoli nobiliari erogati a capodanno. E’ membro onorario del Royal Institute of British Architects, nonché dottore honoris causa dell’Università di Cambridge e Fellow di Trinity College e Jesus College della stessa Università.  E’ Accademico Reale dal 2003 e membro fiduciario del consiglio di amministrazione del British Museum dal 2007. Antony Gormley è nato a Londra nel 1950.

SKETCH-VINYLS | Esposizione itinerante di vinili d’autore Vol. 12 @ GLUE Firenze

SV_SKETCH-VINYLS

GLUE Alternative Concept Space Firenze

Sabato 1 febbraio 2014 dalle ore 22

Per la 12° tappa espositiva, Sabato 1 febbraio alle ore 22, il progetto SKETCH-VINYLS torna nuovamente a Firenze, stavolta sulle pareti del GLUE Alternative Concept Space. Questa tappa, che apre il tour invernale 2014 del progetto, vedrà la band emiliana dei The Death Of Anna Karina ad intrattenere il pubblico per la serata d’inaugurazione con brani tratti dal loro nuovo EP 12”Split, realizzato con la band toscana CHAMBERS, il cui art work è opera del toscano Francesco Barbieri, nonché uno degli artisti del progetto SV.

Il progettoSKETCH-VINYLS | Esposizione itinerante di vinili d’autore

Presentata per la prima volta alla settima edizione del MetArtRock di Pisa, diviene un progetto espositivo itinerante a cura di Alessandra Ioalé, che propone uno spaccato dell’arte contemporanea, operando uno zoom su alcune delle discipline più in fermento, come l’illustrazione, il fumetto, la pittura e l’Urban Art,  attraverso la realizzazione di opere specifiche a tema. Una Paint_List di quaranta artisti di spicco del panorama contemporaneo italiano, con un background culturale e formativo distinto, sono chiamati a scegliere di reinterpretare la copertina di un disco o customizzare un vinile sulle note della loro Play_List preferita, esposta insieme all’opera di riferimento, coinvolgendo e incuriosendo in modo originale il pubblico, che ha la possibilità non solo di conoscere i  brani che hanno ispirato le opere, ma anche di avvicinarsi al lavoro creativo degli stessi artisti.

Il vinile insieme alla propria copertina è da sempre stato oggetto di culto e gioia per gli occhi di collezionisti e appassionati di musica, soprattutto per l’alto livello qualitativo, tecnico ed artistico, che la tiratura limitata delle copie non fa altro che aumentarne il valore, fino a divenire un manufatto collezionabile. Che cosa può succedere quando il vinile e la sua copertina vengono separati e riconsiderati come oggetti singoli? Sulla base di questa questione il progetto propone la contemplazione di due processi interpretativi diversi, quello di reinterpretazione della copertina di un 33 giri, ovvero gli artisti si cimentano nella sfida creativa di rielaborazione di un’immagine preesistente, interagendo direttamente su immagini grafiche o illustrazioni già in sé concluse e proprio per questo collezionate; o quello di customizzazione di un disco, in altre parole la trasformazione e rivoluzione concettuale di un prodotto impegnativo, per forma e materiale, come il vinile, operando un ready made dell’oggetto decontestualizzato dalla sua funzione primaria di supporto musicale.

Una collettiva itinerante, documentata da un piccolo catalogo auto-prodotto a colori, catalizzatrice di un interscambio culturale ambizioso su scala nazionale tra il pubblico, gli artisti e gli operatori culturali che gravitano intorno ai diversi, per natura e missione, spazi espositivi che l’accoglieranno.

Gli artisti di SV

108 / AkaB / Tiziano Angri / Aris / Francesco Barbieri / Giorgio Bartocci / Checko’s Art / Paolo Cioni / Corn79 / Sandro Crash / Dado / Duke1 / Pablo Echaurren / Etnik / Camilla Falsini / Cristina Gardumi / Francesco Levi / Frank Lucignolo / Macs / Made514 / Mad Kime / Maicol&Mirco / MP5 / MR Fijodor / Nigraz / Ozmo / Daria Palotti / Massimo Pasca / Alice Pasquini / Tuono Pettinato / Alberto Ponticelli / Antonio Pronostico / Vacon Sartirani / Amalia Satizabal / Senso / Sera KNM / SPAM / Umberto Staila / Fabio Tonetto / Vesod

 

 Da settembre 2012 il progetto è stato esposto @

 

MetArtRock Pisa / 1-9 Set. 2012

Laboratorio21 Viareggio / 24 Nov. 2012

Silver Factory Firenze / 22-23 Dic. 2012

Cinema Caffè Lanteri Pisa / 17-24 Mag. 2013

Studio AFALab Lecce / 1-6 Giu. 2013

Crack! Roma / 20-23 Giu. 2013

Marea Festival Fucecchio / 26-30 Giu. 2013

Fesivalpark Pontasserchio / 29 Giu. 2013

Oltremare Festival Grosseto / Luglio 2013

Circolo degli Artisti Roma / 24 Nov. 2013

Belleville Comics Torino / 7-24 Dic. 2013

 Fan Page FB: SKETCH-VINYLS Esposizione di vinili d’autore

Alessandra Ioalé | RDV https://alessandraioalerdv.wordpress.com

GLUE Alternative Concept Space

Viale Manfredo Fanti, 20

50137 Firenze

Site: www.gluefirenze.com Mail: info@gluefirenze.com

A typo @ La Brac di Firenze | Un incontro atypico in Libreria

Il 23 ottobre dalle ore 18 alle 20 il collettivo A typo presenterà al pubblico fiorentino della libreria La Brac il suo progetto di editoria virtuale per la promozione e la produzione di libri d’artista “reali” sia unici che replicabili. Nato nel 2012, il progetto è stato presentato per la prima volta a gennaio di quest’anno al Festival Transmediale di Berlino, prestigiosa manifestazione di respiro internazionale dedicata alla new media art, dove due dei suoi componenti, Giacomo Verde e Les Liens Invisibles, sono stati invitati a condurre un workshop sull’argomento; successivamente nel febbraio 2013, presso la Galleria Studio Gennai di Pisa, presenta la sua prima collettiva dei primi quattro libri d’artista realizzati dagli ideatori del progetto: Giacomo Verde, Marcantonio Lunardi, Les Liens Invisibles, Luca Giorgi & Luca Leggero.

Link all’articolo su Artribune: http://www.artribune.com/2013/02/post-digital-books-ed-editori-atipici/

La pratica del libro d’artista è una disciplina assai complessa e sfuggente alla classificazione e, a volte per molti, alla comprensione perché oggetto d’arte polimaterica, poliforme, multidisciplinare. I primi a sperimentare questa pratica furono i Futuristi, superando i confini dell’oggetto “libro” sull’onda dell’esaltazione di esso come contenitore di cultura e creatività, in cui spicca l’uso della tecnica del collage, e arrivando poi a porre le basi concettuali del cosiddetto libro-oggetto d’arte con i “libri indistruttibili”, pezzi unici o a tiratura limitata realizzati con pagine di latta, bulloni per la rilegatura e molto altro ancora. Il libro d’artista diviene centrale nella poetica del gruppo neo dada Fluxus che negli anni ’60, proclamando la libera e facile accessibilità alla cultura, rinnega il pezzo unico dell’opera d’arte in favore di una molteplicità e facilità di accesso alle produzioni artistiche, da qui la nascita dei “Multipli”, libri d’artista a tiratura illimitata, e della multidisciplinarietà nella produzione del libro d’artista. E’ determinante nello sviluppo dell’Arte Concettuale e parte integrante dello scambio di opere nell’Arte Postale, ma è negli anni ’80 che il libro d’artista si trasforma in libro-oggetto artistico; si ritorna al pezzo unico con la possibilità di essere realizzato con tutti i materiali possibili e immaginabili, anche mantenendo l’aspetto del libro a volte senza pagine. L’artista può creare un nuovo libro oppure partire da un volume già esistente privandolo però della possibilità di essere letto. 

È una pratica artistica che come abbiamo visto ha attraversato i diversi movimenti artistici, dalle avanguardie storiche fino ai giorni nostri segnati dalla smaterializzazione e dalla riproduzione digitale e dall’editoria on-line. In questo senso A typo fonda la propria riflessione intorno al ruolo che il libro d’artista possa avere oggi, in quella che noi definiamo “era post-digitale”. Rintracciandone e tracciandone possibili riconfigurazioni si è visto raggiungere risultati estetici e concettuali inediti, originali e attraenti perché talvolta ossimorici, come gli esempi d’impaginazione di una performance nelle opere “Multi book-Video frames book of artist/Tavola Italiana 2001/2011” di Giacomo Verde e “L’arte delle mine” di Luca Leggero e Luca Giorgi; o il compendio cartaceo di un progetto più ampio e complesso di net art dal titolo “Unhappening. Nothere, notnow” ad opera del gruppo Les Liens Invisibles; fino ad arrivare ai risultati raggiunti da Marcantonio Lunardi con “Venti anni di berlusconismo in Italia (1994-2011)”, che declina e approfondisce nella forma libro-oggetto alcuni aspetti della ventennio berlusconiano affrontati in precedenza con “Trilogia della decadenza”. Libri d’artista diversi tra loro ma uniti sotto il comun denominatore della multimedialità nel processo di creazione, che contraddistingue non solo le opere ma anche il lavoro di ricerca del gruppo A typo, che si pone così come fucina di sperimentazione aperto alle nuove proposte di oggetti d’arte che, come scrive la curatrice del progetto Silvana Vassallo, “si rapportano in maniera creativa e “atipica” all’immateriale mediatico e della rete andando “oltre la parola scritta; riconfigurano la materialità dell’oggetto “libro”; remixano i diversi generi; integrano in qualsiasi maniera elaborati digitali; stimolano all’emulazione e al fai-da-te”. 

Multi Book – video frames book of artist _Tavola Italiana 2001_Giacomo Verde

Multi Book – video frames book of artist _Tavola Italiana 2001_Giacomo Verde

Multi Book – video frames book of artist _Tavola Italiana 2001_Giacomo Verde

L’arte delle mine_Luca Leggero&Luca Giorgi

L’arte delle mine_Luca Leggero&Luca Giorgi

Unhappening. Not here, not now._LesLiensInvisibles

Unhappening. Not here, not now._LesLiensInvisibles

Twenty years of Berlusconismo in Italy – (1994 – 2011)_Marcantonio Lunardi

Twenty years of Berlusconismo in Italy – (1994 – 2011)_Marcantonio Lunardi

Oggi Atypo si compone di un gruppo di curatori ed artisti e l’incontro alla libreria Brac di Firenze rappresenta un’importante occasione per fare il punto della situazione e approfondire tutta la serie di attività che il collettivo ha svolto fino ad ora all’interno di Istituzioni, Festival e manifestazioni culturali, per perseguire i suoi obiettivi. Dall’invito al seminario sui sistemi editoriali a cura del Prof. Marco Mancuso all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo in aprile, a quello di partecipazione a InFiera di Lucca, seconda tappa espositiva di questo 2013, in cui sono state esposte per la prima volta due nuove opere entrate a far parte della scuderia del collettivo: quella realizzata da Guido Segni, “The middle finger response”, una tiratura limitata della collezione fotografica del progetto originariamente pubblicato on-line di più di 300 autoritratti spontanei commissionati dall’artista e realizzati dai cosiddetti cloud workers; e quella nata dalla collaborazione del regista Marcantonio Lunardi e la fotografa Ilaria Sabbatini, composta dal libro “Mechanical flowers”, che indaga i meccanismi di modificazione della vita vegetale attraverso la manipolazione genetica, a cui è allegato il video “Fall-out”, una denuncia sui continui tentativi di controllo dell’uomo sulla natura.

Uno dei 300 scatti fotografici per l'opera “The middle finger response” di Guido Segni

Uno dei 300 scatti fotografici per l’opera “The middle finger response” di Guido Segni

Un frame del video "Fall_Out" di Marcantonio Lunardi 2013

Un frame del video “Fall_Out” di Marcantonio Lunardi 2013

 

Per poi giungere al coinvolgimento del collettivo nel progetto d’arte contemporanea ConTesto, non Contesto. Nuove narrazioni tra le arti a cura di Francesca Pepi e dell’Associazione Fuori dal Museo di Crespina, con una mostra sul libro d’artista, in collaborazione con lo Studio Gennai e la Galleria Peccolo, all’interno dell’Oratorio di Belvedere, e un incontro dedicato allo scambio di esperienze artistiche tra contesti di carattere diverso ma aperte alla sperimentazione dal titolo Passaggi e Atypici Paesaggi. Per finire poi con una video-postazione alla Biblioteca SMS di Pisa nei i quattro giorni dell’Internet Festival.

L’incontro avrà inizio alle 18 e terminerà alle 20 con una performance live AV. Airplane Mode a cura di Luca Leggero e Giacomo Verde.

Il collettivo Atypo è costituito da: Alessandra Ioalè, Luca Leggero, Marcantonio Lunardi, Ilaria Sabbatini, Guido Segni, Silvana Vassallo, Giacomo Verde

www.atypo.org

 

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